giovedì 28 novembre 2013

Welcome to the Quiet Room (Suzuki Matsuo, 2007)

Proseguo nel mio percorso di visioni di film giapponesi recenti che mostrino un qualche legame col mondo dei manga. In questo caso non si tratta di una trasposizione, ma sapevo comunque di andare sul sicuro, essendo un'opera dell'autore di Koi no mon (Otaku's Love, 2004). A quanto pare, questo Quiet room ni yōkoso (Welcome to the Quiet Room, 2007) è l'unico lungometraggio diretto dal poliedrico Suzuki Matsuo (che è anche attore e scrittore) dopo il suo bizzarro film d'esordio sul mangaka che realizzava fumetti coi sassi. Aggiungerei che è un peccato, perché ho trovato entrambi i film interessanti, questo in particolare. Il suo rifarsi a un'estetica pop che attinge abbondantemente dal manga, dagli anime e dalla televisione manca degli eccessi barocchi dei lavori diretti dal collega Nakashima Tetsuya (Kamikaze GirlsMemories of Matsuko, Paco and the Magical Picture Book), ma risulta tanto più efficace, spregiudicato ed esilarante quanto sapientemente dosato, quando non addirittura stemperato da toni inaspettatamente drammatici. Invece di limitarsi a produrre un'indigestione di colori, suoni, deformazioni, personaggi archetipici e caricaturali, trivialità, animazioni e scritte in sovrimpressione, Suzuki dispone tali elementi con attenzione, quasi con parsimonia, giocando abilmente sui contrasti e realizzando un'opera strana, sghemba, un qualcosa di imperfetto che non sai bene come prendere, ma che sorprendentemente funziona fino alla fine.

Nessun commento:

Posta un commento